Roccella Jonica 21 Agosto 1997
Enrico Rava Eletric five band
Dopo il concerto di Ralph Towner
Adesso è la volta dell’Eletric Five band di Enrico Rava
Si sale su un pianeta dove suoni vaghi si fondono nella melodia marginale di un equilibrio la cui potenza è il
deliro precario.
La tromba di Rava squarcia l’aria, mentre la chitarra di un Caliri ironico sdrammatizza la tensione creata da
Maier al contrabasso. L’altra chitarra di Cecchetto spezza il ritmo rendendolo plasmabile ad una batteria
incalzata da un ottimo Gandhi, tempestivo quanto abile a creare una base solida agli assoli alternati.
La punteggiatura di Rava è amara, quasi un autorevole monito che imposta caparbiamente la poetica della band.
L’approccio stridente di Cecchetto è lancinante mentre si produce in spigolosi arpeggi voraci e taglienti.
Il risultato dell’insieme è la descrizione di un’inquietudine tremolante che vibra nell’ansia sopra le righe tra
l’autocelebrazione e l’autoironia di un Rava fin troppo burbero e sornione. Dall’atmosfera intima e idilliaca
di Towner si è passati alla libera sfrontatezza di una band elettrica e nel complesso fin troppo fredda ed
asciutta di contenuti.
Claudio Settembre